Continuano a crescere le compravendite (ma siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi), sia di
fabbricati in generale che di residenziale in particolare. Al centro c’è sempre la “prima casa”. E se più della metà delle
transazioni avviene al Nord (Lombardia in testa), il valore degli immobili aumenta sì, ma solo
tra le nuove costruzioni. Lo fotografa il nuovo Rapporto dati statistici notarili del Notariato,
costruito sulla base dei dati statistici rilevati dalle compravendite immobiliari del I semestre
2019.
Crescono le compravendite di fabbricati.
Nel I semestre 2019 le compravendite di fabbricati sono state 344.249 rispetto alle 325.047 del I semestre 2018, pari a un aumento del 5,91%.
Ben l’88,6% dei fabbricati abitativi è stato venduto da privati, con un incremento del 4,53% per le prime case e dell’8,68% per le
seconde case. Mentre dalle imprese costruttrici è stato venduto il restante 11,37% ma con una
crescita rilevante +7,70% per le prime case e +6,12% per le seconde.
Le agevolazioni prima casa sono state chieste per il 60% degli acquisti.
Quanto alle compravendite di fabbricati strumentali, gli scambi effettuati tra privati riguardano l’82,94% con un +4,80%, mentre quelli effettuati da imprese
rappresentano il 17,06% del totale riportando un +4,84% rispetto al I semestre 2018,
La geografia degli acquisti.
Oltre il 56% delle compravendite è stato effettuato al Nord. La regione nella quale vengono
scambiati più immobili rimane la Lombardia, che con 93.641 immobili venduti nel I semestre
2019 registra un aumento di quasi il 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e il
20,69% del totale delle contrattazioni sull’intero territorio nazionale, seguita dal Veneto con il
9.43% e dal Piemonte con il 9.24%.
La Valle d’Aosta, invece, svetta come regione con il più alto tasso di compravendite per
abitanti. La regione che vanta un aumento a doppia cifra rispetto al I semestre dello scorso
anno è l’Abruzzo con + 14.52%, seguita dalla Calabria con + 9,97%. Le uniche regioni ad aver
fatto registrare segno meno sono la Basilicata (-9.97%), la Puglia (-2.57%) e l’Umbria (-0,47).
Anche nel I semestre 2019 si conferma un maggiore mercato per la vendita di terreni agricoli
(55.647) rispetto a quelli edificabili (13.887).
Aumentano solo i prezzi delle abitazioni nuove.
Oltre i numeri, però, il mercato resta un vero “affare” solo per le abitazioni nuove e i grossi
volumi di scambio avvengono, in ogni caso, per lo più su immobili di modesto valore (per oltre
l’80% su immobili che non superano i 200mila euro). Secondo il rapporto, in fatti, nel I
semestre 2019 l’aumento dei prezzi riguarda solo gli immobili venduti da imprese (200mila
euro rispetto ai 185.288) e si assiste ad una lieve diminuzione dei prezzi degli immobili venduti
da privati (110.001 euro rispetto ai 113.000) e dei fabbricati strumentali (74mila euro rispetto
a 75.500 euro).
La maggior parte degli scambi riguarda immobili che rientrano nella fascia di prezzo tra 0 e
99.999 euro (pari al 43,15% cui corrisponde un +6,51% rispetto al I semestre 2018) e tra
100mila e 199.999 euro (pari al 38,88% cui corrisponde un aumento del +2,8% rispetto al I
semestre 2018). Solo lo 0,20% delle compravendite ha per oggetto fabbricati di valore
superiore al milione di euro, con una diminuzione del -2,71% rispetto al I semestre 2018.
«Quello che emerge dalle nostre rilevazioni – ha spiegato il notaio Andrea Dello Russo della
Commissione Informatica del Consiglio nazionale del Notariato – è che nonostante l’aumento
delle compravendite, solo le nuove costruzioni, probabilmente perché rispondono a più alti
criteri di sostenibilità e qualità dei materiali innovativi, vedono un aumento dei prezzi.
Interessante è anche l’analisi sul credito di imposta da cui si può ricavare che la fascia 36-45
anni è quella preferita dagli italiani per alienare la prima casa e sostituirla con un’altra prima
casa, probabilmente per il riacquisto di metrature più ampie. Mentre è nella fascia 56-65 anni
che si concentra la maggior parte dei venditori di immobili».