Il crowdfunding nell’immobiliare non è più una promessa, ma una realtà anche in Italia. E anche se a livello di volumi parliamo ancora di una nicchia, i mesi estivi hanno impresso una forte accelerazione al settore grazie a nuovi soggetti e iniziative pronti a partire.
Secondo il terzo Report italiano sul Crowdinvesting, diffuso a luglio dal Politecnico di Milano, in Europa la raccolta legata al real estate è intorno ai 2 miliardi di euro l’anno contro i 5,1 degli Usa. Sul mercato italiano si possono stimare 10 milioni già raccolti e un obiettivo ragionevole è raggiungere una soglia di 30 milioni di euro complessivi entro fine 2019.
Per gli sviluppatori raccogliere parte del capitale con questo sistema è un’alternativa al canale bancario e all’impegno di capitali diretti, anche se spesso la quota “crowd” è comunque ridotta, non più del 15%, rispetto al valore totale di un progetto. Le piattaforme internet hanno però una grande valenza anche come strumento di marketing per mettere in vetrina le operazioni. Per i piccoli investitori, invece, è un modo per entrare nel mercato immobiliare spendendo anche cifre molto piccole (spesso bastano cinquecento o mille euro) e diversificando gli investimenti.
Tra le società più attive c’è Walliance, che ha già superato i 4 milioni di raccolta dall’inizio dell’attività (settembre 2017) e ha ultimamente aperto la sottoscrizione per un investimento su Palazzo Cavour a Firenze, con l’obiettivo di raggiungere in breve i cinque milioni. «Il crowdfunding è ormai riconosciuto come un ottimo complemento del mix di finanziamento dei progetti immobiliari», commenta Giacomo Bertoldi, ceo di Walliance.eu.
È molto attiva anche Housers, piattaforma di matrice spagnola, che attualmente ha aperto un nuovo investimento residenziale in Costa del Sol, ma che ha alle spalle già più di dieci operazioni in Italia, tutte finanziate con successo. Il mese scorso, nel giro di due settimane, ha concluso una raccolta da 550mila euro (suddivisa in 788 investitori) per la ristrutturazione della prestigiosa fortezza di Castellero in Piemonte, che diventerà un resort.
Anche Italy-Crowd ha riaperto le proposte di investimento. Si può opzionare una partecipazione in un’operazione residenziale a Monza (quartiere Musicisti/Ospedale nuovo) dove sorgeranno due nuove palazzine e a ogni sottoscrittore viene promesso un margine del 20% derivante dalla futura vendita delle unità.
Tra le novità assolute pronte a partire, invece, c’è la piattaforma Concrete, da poco registrata e che si concentrerà su operazioni residenziali o turistico-ricettive, con ticket di ingresso minimo di 5mila o 10mila euro a seconda delle operazioni. Concrete ha partner d’eccezione come Banca Sella, BeTrust (società fiduciaria) e Osborne Clark (studio legale) ma è la presenza di una fiduciaria, cui verranno intestate le quote raccolte per i vari progetti, ad essere particolarmente importante. Infatti questa opererà come interlocutore unico di raccordo tra investitori e sviluppatori, occupandosi di tutte le questioni gestionali e contabili, ma soprattutto garantendo ai piccoli investitori “l’anonimato”. Questo faciliterà la creazione di quella che dovrebbe diventare la fase 2 ideale di ogni piattaforma, ossia un mercato secondario in cui gli investitori possano scambiarsi quote dei vari progetti, un po’ come succede in Borsa.
È pronta a partire anche House4crowd, piattaforma autorizzata Consob a luglio.
Va detto, infine, che scorrendo le proposte di investimento delle piattaforme equity, anche non specializzate sull’immobiliare, si può comunque investire in start up direttamente collegate al buon andamento del real estate. Un ottimo esempio è CleanBnb, società che assiste a 360 gradi i privati che affittano le seconde case con lo short rent. Nata come start up nel 2016, aveva raccolto un primo round di finanziamento da 126mila euro e all’inizio del 2018 ha chiuso una seconda sottoscrizione da mezzo milione di euro sulla piattaforma Crowdfundme.