Dieci anni fa un italiano doveva lavorare oltre nove anni per comprare una casa, oggi ne bastano poco più di sei. È quanto emerge dall’analisi Mediare Immobiliare che conferma il calo nei prezzi degli immobili nel decennio trascorso.
L’acquisto di una abitazione era e resta tra le preoccupazioni principali delle famiglie italiane, e i mezzi economici da mettere a disposizione sono senza dubbio ingenti. Il numero di annualità di stipendio necessarie ad acquistare il proprio tetto è un’indicatore di diversi trend: dall’andamento dei prezzi delle case a quello del potere d’acquisto delle persone, nonché nell’accesso al credito.
Dai dati si evince che a livello nazionale nel 2018 siano necessarie 6,2 annualità di stipendio per comprare casa, sostanzialmente tante quante l’anno precedente. Il confronto nel tempo ci dice che dieci anni prima servivano invece tre anni di stipendio in più, quattro anni nel 2006 e 2007. Il che significa che in media, da allora, serve circa il 40% in meno in termini di annualità lavorative: una misura della svalutazione dei prezzi immobiliari ma anche dell’accresciuta possibilità di spesa degli italiani.
Nei fatti tale diminuzione è dovuta, in particolare, alla riduzione dei prezzi delle abitazioni che mediamente, dal 2008 al 2018, si sono contratti del 38,6%. Questo ha inciso in maniera più importante rispetto all’aumento delle retribuzioni che, nello stesso periodo, è stato del 13,5%. Di conseguenza l’immobile è diventato più accessibile, il che è un buon segnale per l’intera economia.
Relativamente alla distribuzione geografica, la Capitale è la città dove occorrono più annualità di stipendio per acquistare casa (9,4) seguita da Milano con 9,2 annualità e Firenze con 8,6 annualità. La città dove servono meno annualità di stipendio è Palermo (3,2) . Nel decennio le variazioni più rilevanti sono Roma e Milano che hanno visto un calo di 3,8 annualità, seguite da Bari (-3,7 annualità) e Napoli (-3,6).