Mercato degli affitti brevi nell’estate del Covid e le previsioni future

Il turismo nell’estate 2020
A fine 2020, in previsione il movimento turistico mondiale avrebbe dovuto superare il miliardo e 500 milioni di arrivi, con una previsione di oltre 76 milioni di arrivi internazionali in Italia (+3,1%). Causa Covid, invece, questi numeri sono stati molto diversi, impattando sul settore turistico che vale il 13,5% del Pil italiano. L’Osservatorio Nazionale del Turismo in Italia stima ora che i visitatori totali (internazionali e domestici) dovrebbero diminuire del -46% nel 2020 rispetto all’anno precedente. Inoltre, si prevede che le notti turistiche totali diminuiranno di 172 milioni e che la spesa per turismo ammonterà a 68 miliardi di euro. Gli impatti saranno molto maggiori per gli arrivi internazionali rispetto ai viaggi nazionali. Si prevede che i visitatori internazionali pernottanti diminuiranno del -58% (37 milioni di visitatori) nel 2020. In confronto, si stima che i visitatori domestici diminuiranno del -31% (16 milioni di visitatori) rispetto al 2019. Ciò equivale a 53 milioni di visitatori in totale. 

Il settore ricettivo nel 2020
Di conseguenza il settore ricettivo, in particolare l’hotellerie, ha visto frenare molto del proprio business. Per quanto riguarda invece le case vacanza, le prenotazioni si sono fermate prima in Italia rispetto all’estero, ma già a giugno 2020 hanno registrato una risalita importante e prodotto un volume d’affari che a luglio 2020, in alcune regioni, è stato addirittura superiore rispetto all’anno precedente. Le difficoltà si sono viste per tutti gli operatori del turismo, soprattutto sulle grandi città mentre le località di mare, montagna, lago e in generale le destinazioni “all’aria aperta” hanno tenuto, grazie a un agosto pieno di italiani. Infatti, il turismo interno, e molto spesso di prossimità, è stata la principale risorsa dei mesi estivi che hanno visto invece una ripresa più timida nelle città d’arte.

Il trend delle prenotazioni nell’estate 2020
Fra i trend legati agli appartamenti turistici si è vista una selezione significativa tra gli operatori di questo comparto che ha contribuito a ridurre l’offerta di immobili sul mercato, in taluni casi satura, sostenendo i prezzi per soggiorno; alcuni immobili sono stati temporaneamente dedicati ad affitti più lunghi; molte seconde case sono state utilizzate dai proprietari per vacanze o smart working; talvolta si è optato per il ritorno all’affitto tradizionale. E poi il turismo domestico: in Italia questa preferenza è passata dal 19% nel 2019 al 39% nel 2020. Gli ospiti internazionali, provenienti da Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania, hanno visto la loro percentuale scendere tranne la Germania meno colpita. Gli ospiti americani, in particolare, sono passati dal 18% lo scorso anno all’8% nel 2020.
Guardando solo a luglio di quest’anno, gli ospiti che soggiornano in affitti brevi sono stati fino al 47% nazionali, mentre anche i visitatori tedeschi e francesi sono aumentati rispettivamente al 12% e all’11%.

Appartamenti turistici, domanda e offerta nel 2020
Tra le altre tendenze dal punto di vista della domanda, l’utenza si è rivelata composta anche da nuovi segmenti come lavoratori in smart working con o senza famiglia, persone in quarantena/isolamento, nomadi digitali che cercano spazi per isolarsi con wi fi e zone rurali. Le preferenze sono andate a case in affitto e soluzioni isolate, con piscine e spazi all’aperto più grandi e flessibili in destinazioni poco affollate. Il turismo in zone rinomate ha ceduto il passo al turismo di prossimità, a viaggi in famiglia e gruppi di famiglie, in contesti meglio gestibili anche dal punto di vista igienico sanitario. Quanto ai soggiorni, si è optato per opzioni flessibili, come i last minute e con opportunità di allungare la permanenza
Lato offerta, si è riscontrata meno disponibilità di appartamenti per l’affitto breve e molti operatori del vacation rental hanno aperto a soggiorni più lunghi. Gli Italiani continuano a investire nelle seconde case per trascorrere le vacanze e per metterle a reddito con l’affitto e contemporaneamente l’interesse degli investitori nell’hospitality è sempre elevato su nuovi progetti di sviluppo e acquisizioni. Le strutture devono investire in sicurezza con maggiori costi per igiene, sanificazione e adeguamento spazi ma anche in soluzioni tecnologiche per ridurre i contatti con l’ospite

Previsioni per il settore degli affitti brevi
Nel quadro generale del turismo italiano si osserva che il fenomeno degli affitti brevi ha tempi di ripresa delle attività notevolmente superiori a quelli delle altre forme di ricettività tradizionale, grazie al modello più flessibile e al basso impatto dei costi fissi. L’impatto sul turismo interno dovrebbe essere minore, e la ripresa dalla recessione dei viaggi del 2020 più rapida, rispetto a quello internazionale. Si prevede che tutte le città italiane subiranno un impatto significativo. Tuttavia, quelli che dipendono maggiormente dai visitatori internazionali rispetto a quelli nazionali saranno più colpite, come Venezia e Firenze, mentre le città con una quota maggiore di visitatori domestici saranno relativamente meno colpite.

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