Quando si tratta di mutui il livello di conoscenze degli italiani stupisce. Compie un balzo
quantico rispetto a quegli studi secondo cui avrebbero un livello di educazione finanziaria
complessivamente inferiore rispetto a Paesi come Togo e Zimbabwe. Non si spiegherebbe
altrimenti il gran balzo delle surroghe registrato a settembre e nella prima metà di ottobre. Ad
agosto i tassi dei mutui hanno toccato nuovi minimi storici e gli italiani, come se spostare il
mutuo da una banca all’altra fosse pari a cambiare gestore telefonico, si sono mossi
rapidamente. Pronti ad abbattere la rata e/o la durata del vecchio contratto. Pronti ad
adeguare il mutuo alle nuove condizioni di mercato.
I dati in questo senso sono inequivocabili: secondo MutuiOnline.it, a settembre 2019 le
surroghe hanno subito un incremento del 100%, in termini di volumi, rispetto a settembre
2018. Sono praticamente raddoppiate. E la proiezione finale per ottobre traccia un passo di
incremento intorno al 94%. L’accelerazione delle surroghe si ricava anche dall’Osservatorio Crif
che, rilevando le richieste sia dei mutui via web che di quelli allo sportello, ha un campione
vicino all’80% del mercato generale: per la prima volta dopo nove mesi di contrazione, a
settembre la domanda di mutui – includendo tanto i nuovi mutui quanto quelli di surroga – è
tornata in territorio positivo. E questo, ragionevolmente, proprio grazie al boom delle surroghe.
Un’operazione gratuita
È bene ricordare che dal 2007 le surroghe – con cui si sposta un vecchio mutuo presso una
nuova banca che offre condizioni migliori – sono gratuite. Non ci sono costi notarili perché non
viene modificato l’importo del mutuo e, quindi, i valori su cui si regge l’ipoteca non vanno
modificati. Ed eventuali altri oneri sono a carico della nuova banca. A conti fatti quella partita a
settembre può considerarsi la terza ondata di surroghe in Italia, dopo quelle registrate tra il
2014 e il 2015 e tra il 2017 e metà 2018.
Nel frattempo i tassi sono nettamente scesi: oggi nelle migliori condizioni, quelle di un mutuo
non superiore al 50% del valore della casa, il tasso fisso è precipitato sotto l’1%, per non
parlare del variabile che si attesta intorno allo 0,6%. Così il mercato delle surroghe, che
sembrava chiuso nel 2018 quando i tassi avevano aggiornato nuovi minimi, percepiti allora
come irripetibili, si è nuovamente aperto anche per chi ha surrogato l’anno scorso.
Il richiamo del tasso fisso
In molti stanno surrogando da fisso a fisso, e si tratta anche della seconda o terza operazione di surroga. Ma tanti stanno anche approfittando del momento favorevole per trasformare in un fisso di poco più caro, circa 20 o
30 punti base, il loro vecchio variabile. Quest’ultima operazione in particolare, però, può avere
un senso solo se mancano ancora diversi anni alla fine del mutuo. Perché, qualora ne
mancassero cinque o poco più, cambiare il variabile potrebbe essere poco vantaggioso dato
che le proiezioni sui tassi lasciano pensare che difficilmente nei prossimi cinque anni i tassi
possano risalire in modo importante.